Lo scrigno della Valle Alcantara

CHI SONO I CAPPUCCINI!

I Cappuccini sono un ramo del grande albero francescano nato nel 1525 per opera di Fra Matteo da Bascio. Nell'ottocento Vincenzo Gioberti li definì " i frati del popolo".
Il Manzoni nei Promessi Sposi ne diede la spiegazione: " tale era la condizione dei Cappuccini che nulla pareva loro né troppo basso, né troppo elevato. Servire gli infimi, ed essere serviti dai potenti; entrare nei palazzi e nei tuguri con lo stesso contegno di umiltà e di sicurezza; essere talvolta nella stessa casa un soggetto di passatempo e un personaggio senza il quale non si decide nulla; chiedere l'elemosina per tutto e farla a tutti quelli che la chiedono al convento; a tutto era avvezzo un cappuccino". A distanza di più di un secolo e mezzo ancora oggi la definizione ha il suo valore.
Cappuccini come: San Felice da Cantalice primo santo cappuccino, San Lorenzo da Brindisi trentesimo dottore della chiesa; San Crispino da Viterbo protettore dei calzolai, San Leopoldo Mandic per quasi mezzo secolo confessore a Padova, San Pio da Pietrelcina "lo stimmatizzato del Gargano" la cui santità ha varcato i confini dell'Italia, San Bernardo da Corleone che ispirò proprio al Manzoni la figura di Fra Cristoforo, San felice da Nicosia ultimo santo dei cappuccini di Sicilia canonizzato il 23 ottobre 2005 da Papa Benedetto XVI e tanti altri Santi e Beati che segnano le tappe e le attese del popolo cristiano.
Più di diecimila, sparsi in tutti i continenti, allargano i confini del regno di Cristo nella fedeltà al Vangelo e nella testimonianza a San Francesco. 
Vanno per il mondo nell'umiltà e nella semplicità evangelica: la loro presenza è predica per tutti; è, come disse Papa Paolo VI: " uno shock spirituale che agli uomini di oggi tanto immersi nella realtà terrena e solo preoccupati della vita presente ricordano che vi sono dei valori più alti da desiderare e una vita migliore da vivere".

Al centro geografico della Valle d’Alcantara, incastonato come un diadema tra l’Etna e i Peloritani, sorge dal 1570 il Convento dei Cappuccini.
Qui, arte, storia, cultura si sono date convegno.
Frati pittori, scultori, ebanisti hanno fatto a gara, attraverso i secoli, ad impreziosirlo con il loro contributo. 
La storia contemporanea ricorda la più importante battaglia di Sicilia tra Spagna ed Austria (1719).
La cultura, che si esprime nella memoria filtrata dalla testimonianza francescana, trova nella chiesa e nell’attiguo museo la sua più alta espressione.

Il messaggio francescano di povertà e umiltà si avverte e si coglie nelle cellette piccole e anguste con le finestre a “bocca di forno”, nel decoro della chiesetta, semplice, ma affascinante, nel clima di pace che ad ogni passo si respira.
Dopo quattro secoli e mezzo, visitare il Convento dei Cappuccini a Francavilla è gustare il sapore del piccolo mondo antico, è rituffarsi nella genuina spiritualità francescana, intessuta di umiltà e semplicità, è un ripensamento spirituale che spinge alla riflessione.
Nella corsa affannata della vita è un’oasi di riposo. Pellegrini e turisti qui si riversano, attratti dal messaggio francescano di “Pace e Bene”.
Al primo impatto la benedizione di S. Francesco rasserena l’anima e la ricompone con Dio e i fratelli.


 

Come dice lo slogan del convento:

 

Venite e non vi pentirete. Parola di Frate!

 

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Pax et Bonum (pace e bene)

 

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