ASPETTO STORICO:
LA BATTAGLIA DI FRANCAVILLA DEL 1719

 


Il percorso storico che si unisce a quello naturalistico ci da la possibilità attraverso delle bacheche di conoscere alcuni ragguagli della più grande battaglia che la storia della Sicilia degli ultimi secoli ricordi: 20giugno 1719.
Il trattato di Utrecht del 1713 aveva ridisegnato la geopolitica dell’Europa di inizi settecento, assegnando la Sardegna e il regno di Napoli alla Casa d’Austria, mentre il Regno di Sicilia veniva assegnato alla Casa dei Savoja, tuttavia la Spagna, per nulla rassegnata a perdere i suoi possedimenti in terra italiana, con una manovra a sorpresa la mattina dell’11 agosto del 1717 occupava la Sardegna e l’anno successivo con una flotta di oltre quattrocento navi da guerra e da trasporto sbarcava un suo esercito a Palermo per schiacciare i piemontesi.
La Sicilia cambiò padrone ancora una volta: dopo tre secoli di dominio spagnolo passava sotto il dominio della Casa di Savoja con Vittorio Amedeo II.
Ben presto le battaglie, sia di mare che di terra, si susseguirono in terra di Sicilia, quella di Francavilla viene ricordata come una fra le più cruente.
La battaglia , che incominciò all’imbrunire del 19 giugno 1719 ed infuriò il giorno successivo, ebbe come epilogo perdite da ambo le parti; i morti superarono fra i due eserciti, la cifra di ottomila, i feriti dodicimila.
Nel fiume “San Paolo e nel torrente Zavianni scorreva sangue umano.
Sicuramente cruenta fu la battaglia sul fronte centrale nella fiumara dello Zavianni dove gli austriaci cercarono di sfondare la fortificazione spagnola sul colle dei Cappuccini, ma altrettanto aspra fu la battaglia sul campo di destra dove maggiormente infuriò la battaglia e questo graficamente ci viene mostrato anche nella stampa del Cichè ove appunto vengono raffigurati i corpi a terra dei soldati privi di vita.
Questa battaglia riporta il nome del Marchese di Lede per la Spagna e del Generale Claudio Florismondo Conte di Mercy per l’Austria.

Dopo la battaglia di Francavilla la guerra tra spagnoli e austriaci infuriava prima a Messina e poi verso la fine del 1719 tutto l’esercito spagnolo presente in Sicilia orientale si spostava sul lato opposto dell’isola dove divampava un’altra volta la guerra nelle città di Trapani, Palermo, Marsala, Castelvetrano, Alcamo, Partinico ecc., fino alla primavera inoltrata, quando l’8 maggio del 1720 a Palermo veniva firmato il trattato con il quale spagnoli e austriaci si accordavano sulle modalità di evacuazione del Regno di Sicilia da parte degli iberici.
Scrive Santi Correnti, in Storia di Sicilia: il dominio spagnolo in Sicilia durò esattamente trecentouno anni, dal 1412 al 1713.
Con il trattato dell’8 maggio 1720 la Sicilia, dopo più di tre secoli di dominio spagnolo, per un breve periodo fino al 1734 conobbe il dominio austro-ungarico, per ritornare poi agli spagnoli fino all’unione d’Italia del 1860.




Chi volesse approfondire può leggere il libro di Salvatore Maugeri:


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